In questo agitato fine settimana è successo qualcosa che riaccende una speranza per chi come noi, ostinatamente, cerca una via d’uscita dalla palude melmosa e malsana in cui sono finiti i comunisti nel nostro paese.
Non si tratta ovviamente delle assemblee per “scrivere collettivamente il nostro programma” organizzate da Liberi e Uguali, anche perchè il programma elettorale, a maggior ragione di una lista collocata nell’alveo cosiddetto riformista, anche se scritto collettivamente, non vale nulla, ma rappresenta solo l’espediente estetico della partecipazione atto a coprire l’unico vero obbiettivo possibile oggi per le forze che si dichiarano riformiste: far esistere nominalmente una sinistra in parlamento, totalmente ininfluente, nella migliore delle ipotesi, o che avallerà ancora scelte inique ed antipopolari.
Non si tratta neppure dell’assemblea nazionale di Potere al Popolo che, seppur con una scelta di campo distinta e animata da una giusta intuizione, rischia, affidata alle solite dinamiche e fasi pre-elettorali, di bruciare speranze ed esperienze anche valide (e del resto come potrebbe essere diversamente in presenza di regole del gioco – legge elettorale ecc. – truccate: il tavolo dei bari va rovesciato o abbandonato!).
In entrambi i casi si tratta di esercizi preparatori alla resa incondizionata o alla marginalità politica.
Quello che ci fa dire che c’è vita oltre la sconnessa agitazione pre-elettorale è un evento per noi straordinario e fino a qualche tempo fa impensabile: a Tempio Pausania, in Sardegna, nasce l’Associazione Resistenza Gallura.
Dov’è l’evento si chiederà qualcuno.
L’evento è rappresentato dal fatto che queste compagne e compagni, coraggiosissimi, hanno in primo luogo deciso di rompere con le consuetudini politiche imposte dalle normali routine ipnotiche utilizzate per ripetere ad oltranza, di fallimento in fallimento, dinamiche di autoriproduzione di apparati e dirigenti di Partiti Comunisti ridotti a macchiette. In secondo luogo, e questa è per noi la cosa più importante, hanno deciso di mettersi in proprio, cioè di non delegare più ad altri e ad altro l’agire politico sul proprio territorio e la riflessione sulle prospettive e sulla lotta politica per cambiare lo stato delle cose.
Non è casuale né tantomeno ha un valore estetico se l’associazione Resistenza Gallura ha deciso di richiamarsi al marxismo-leninismo; e non a caso ha intitolato la propria sede a Enrico Berlinguer. Si tratta di tre scelte azzeccatissime e attualissime: la scelta della Resistenza per indicare la volontà precisa di non piegarsi al sistema capitalista e nemmeno alla rassegnazione della sinistra plurale e di quella pseudo-comunista; il preciso riferimento al marxismo-leninismo per indicare che per i comunisti è ancora attualissima la scienza che ha studiato il Capitale e quella su come organizzarsi per abbatterlo; la scelta del nome di Enrico Berlinguer per radicare tutto il loro percorso passato e futuro alla storia dei comunisti sardi che, primo tra tutti Gramsci, hanno avviato e guidato tutti i passi dei Comunisti in Italia.
Chi, più di loro, da comunisti sardi, può parlare a tutti noi della necessità di diventare indipendenti dal nuovo colonialismo europeo? Chi più di loro può raccontarci della necessità di liberarci dall’occupazione militare della Nato?
Dunque buone notizie da Tempio Pausania. Popolo: c’è la vita politica oltre le beghe elettorali, certo per ora nessuno può prometterci il potere e nemmeno l’uguaglianza, ma la strada è segnata ed è anche semplice vederla, toccarla, basta decidere di non avvallare più illusorie scorciatoie.
Ciò che è percepito da molti compagni come il buio oltre la siepe quelle compagne e compagni galluresi l’hanno affrontato indicando a tutti noi che oltre la siepe della scadenza elettorale c’è la prassi della resistenza.
Viva l’Associazione Resistenza Gallura, Resistenza in tutta Italia.